Come si lavora per far crollare le resistenze? Credo che le resistenze possano allentarsi se si alimenta la fiducia nell’inconscio. Non basta costruire una relazione all’insegna della fiducia nel terapeuta, bisogna essere almeno in tre nella stanza d’analisi: paziente, analista e inconscio.
Il transfert è l’elemento che vitalizza la relazione terapeutica, ma anche la principale fonte di perturbazione, quando non vi si aggiunge qualche complicazione dovuta al controtransfert.
Conoscete Giulia Rakar? È la protagonista del thriller I segni del male scritto da Simone Regazzoni (Rizzoli 2020). Di professione fa la profiler, ma i suoi colleghi l'hanno soprannominata la "sensitiva". In effetti c'è qualcosa di ultrasensibile nel suo approccio e questo rispecchia la complessità della persona e della sua storia.
L’interpretazione freudiana delle manifestazioni deliranti raccontate da Schreber passa attraverso alcuni punti che non erano stati sufficientemente valorizzati dalle perizie mediche. Freud rivolge infatti la sua attenzione al rapporto tra il presidente Schreber e il professor Flechsig, suo primo medico.
Nell’incontro organizzato dal Nuovo SEFIR avevo sviluppato alcune riflessioni sul Covid-19 prendendo spunto dalla mia pratica clinica. Oltre alle parole e ai vissuti dei pazienti che incontro nel mio studio, avevo anche affrontato alcuni temi emersi durante le supervisioni che svolgo per alcune équipe che si occupano della cura delle dipendenze patologiche.
L’interesse di Freud per la storia e per le caratteristiche del delirio schreberiano è mosso dall’aspirazione di imparare a conoscere i motivi e i processi implicati nella trasformazione prodotta nei paranoici.
La mia esperienza clinica con i pazienti borderline è cominciata come responsabile clinico in una comunità terapeutica per tossicodipendenti, alcolisti e giocatori d’azzardo. Era una comunità dove accedevano pazienti psicotici, nevrotici e borderline, ma anche pazienti antisociali e perversi.
Nel 1903 l’ex presidente della Corte d’Appello di Dresda, Daniel Paul Schreber, pubblicò un libro in cui descriveva autobiograficamente il decorso clinico della sua malattia, una forma di paranoia per cui aveva subito diversi ricoveri.