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Il Reale è il nome che nella psicoanalisi viene dato all’esperienza del resto. Il Reale è il resto.

Essere soli, ma non senza l’Altro: le libere associazioni in analisi

La traduzione del bisogno in parole è già un’esperienza di castrazione perché nell’atto di traduzione è insita una riduzione: non tutto il vissuto generato dal bisogno potrà mai essere del tutto rappresentato in modo esaustivo, ci sarà sempre un resto del proprio vissuto che risulterà intraducibile.

Il Reale è il nome che nella psicoanalisi viene dato all’esperienza del resto. Il Reale è il resto.

Avviene una traduzione anche durante le associazioni libere: in una seduta psicoanalitica il paziente può parlare liberamente se si affida al linguaggio, cioè alla riduzione che viene operata dal linguaggio ogni qualvolta il soggetto dà voce a ciò emerge nella mente e nel corpo.

Nelle associazioni libere l’ordine sparso dei pensieri, delle immagini e delle sensazioni che vengono sperimentate dal soggetto trova un aggancio nel susseguirsi delle parole che nel loro inanellarsi disegnano il tragitto della mente. Nelle associazioni libere lo schermo su cui vengono proiettate le immagini mentali del soggetto viene tradotto in parole. L’analista non vedrà mai direttamente quelle immagini mentali e non sentirà le medesime sensazioni del paziente.

Il materiale significante che viene presentato nel vivo della seduta è dunque una traduzione, una traduzione che per quanto potrà essere fedele lascerà sempre un resto.

Lo statuto di quanto viene detto in analisi si configura allora come una sorta di oggetto intermedio tra il vissuto intimo del soggetto e ciò che riesce a essere condiviso simbolicamente nella relazione con l’Altro.

Lo psicoanalista Donald Winnicott avrebbe parlato a questo proposito di oggetto transizionale, qualcosa che si innesta nella relazione come un ponte materiale e simbolico che prova a far transitare la realtà psichica nella realtà materiale.

Durante l’associazione libera il paziente si trova quindi in una situazione di estrema solitudine perché entra in contatto con sé stesso e sperimenta costantemente l’impossibilità di una traduzione esaustiva, rimane sempre un resto, un Reale impossibile a dirsi.

Tuttavia, il paziente, proprio nel momento in cui è alle prese con questo lavoro di traduzione, non è solo perché lì ad ascoltarlo c’è l’analista che con la sua presenza silenziosa istituisce la condizione affinché il paziente possa sentire la solitudine del Reale e la dimensione relazionale istituita dall’ordine simbolico del linguaggio.

Ecco perché possiamo dire che “essere soli, ma non senza l’Altro” è la particolare condizione che viene ricreata nel setting analitico.

 

Psicoterapeuta Torino
Nicolò Terminio, psicoterapeuta e dottore di ricerca, lavora come psicoanalista a Torino.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.
I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.

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