Nel trattamento del borderline la mindfulness permette al soggetto di sintonizzarsi e regolare l’eccesso dello sciame emotivo.
Le figure familiari che connotano l’Altro del borderline incarnano la versione abusante dell’adulto.
Bisogna praticare la curiosità e l’attenzione per guardare sé stessi e il mondo in modo nuovo.
La pluralità delle teorie definisce la matrice creativa e inconscia che ci permette di entrare in risonanza con noi stessi, con l’Altro e con il mondo.
Christopher Bollas differenzia il concetto di “identificazione percettiva” da quello di “identificazione proiettiva” con l’intenzione di chiarire alcuni aspetti della teoria delle relazioni oggettuali.
Cos’è lalangue? Jacques Lacan lo illustra mirabilmente nell’ultima lezione del Seminario XX.
Le varie forme di psicopatologia trattano la mancanza come un deficit da colmare, fanno della mancanza costitutiva dell’essere umano una malattia da guarire.
Sono affezionato in modo particolare al Seminario XX di Jacques Lacan perché mi riporta indietro nel tempo.
La riflessione psicoanalitica di Jacques Lacan ci offre una possibilità per approfondire la specificità dell’amore.
La formazione degli psicoanalisti è costituita da tre ambiti principali: analisi personale, formazione teorica e supervisione clinica.
Nella psicoanalisi di Lacan l’oggetto piccolo a è ciò che contrassegna il buco dell’Altro.
Sunset Limited è un libro di Cormac McCarthy che prende spunto dal vissuto depressivo e dal tentativo di suicidio di uno dei due protagonisti.
La clinica borderline mostra la difficoltà di avviare la concatenazione dei significanti e mette in primo piano la dimensione della lalangue.
Nel suo nuovo libro La Via della Narrazione Alessandro Baricco ci invita a pensare al rapporto tra storia e trama senza scivolare nella classica distinzione tra fabula e intreccio.
Open to meraviglia, la campagna di promozione del turismo in Italia non è convincente perché ci propone un’esperienza senza inconscio.
Nel libro Vitam instituere. Genealogia dell’istituzione Roberto Esposito ci fa entrare, secondo una prospettiva filosofica, nel vivo di quella pulsazione inconscia che anima tanto i processi di cura quanto le dinamiche gruppali del lavoro in istituzione.
Il concetto di atto analitico è fondamentale per intendere il cambiamento che avviene alla fine di un’analisi.
Il Nome-del-Padre e il fallo sono due concetti che nell'insegnamento di Lacan indicano la funzione metaforica del linguaggio. Il Nome del Padre e il fallo rientrano in quella serie di concetti che Lacan aveva elaborato per render conto del rapporto tra il significante e il significato.
La forclusione del Nome del Padre è il concetto inventato da Jacques Lacan per indicare il nucleo psicopatologico della psicosi. La psicosi insieme alla nevrosi e alla perversione è una delle tre strutture soggettive. Per concepire la struttura psicotica Lacan ci propone l'esempio di uno sgabello a tre piedi.
Nell’insegnamento di Lacan il discorso è una struttura di elementi che prova a tenere insieme la dimensione del significante e quella del godimento, ossia la parte della nostra vita che riesce a essere rappresentata e condivisa e quella invece che ci rimane appiccicata addosso come un vissuto sensoriale ed emotivo che risulterà sempre intraducibile.
La forclusione del Nome del Padre è il meccanismo psicopatologico che spiega il mancato accesso del soggetto psicotico a una significazione condivisa. Nell'insegnamento di Lacan la forclusione del Nome del Padre indica un'alterazione del rapporto tra il soggetto e il linguaggio.
In un percorso psicoanalitico il soggetto sembra muoversi sul crinale tra significante e significato, perlomeno fino a quando non inciamperà nell'esperienza del Reale.
L'angoscia si presenta sempre quando ci troviamo di fronte all'enigmaticità del desiderio dell'Altro. L'angoscia ci destabilizza perché non abbiamo punti di riferimento per interpretare cosa l'Altro vuole da noi.
René Spitz è stato uno psicoanalista post-freudiano che ha osservato a lungo i condizionamenti della relazione precoce tra madre e bambino.
Nel disturbo borderline di personalità il soggetto si trova sospeso tra l'incapacità a dare significato alle intenzioni dell'Altro e l'impossibilità a mettersi in gioco autenticamente in un progetto esistentivo. Il significato dell'esperienza borderline può essere rintracciato nella sospensione delle capacità esplorative del soggetto.
Isteria e nevrosi ossessiva possono essere concettualizzate come due declinazioni diverse della struttura nevrotica, ciò non vuol dire però che siano due linguaggi differenti o due codici contrapposti. Si tratta piuttosto di una torsione che viene impressa alla stessa struttura di linguaggio. È quanto ci fa notare Freud in un passaggio del Caso clinico dell’uomo dei topi quando sottolinea che la nevrosi ossessiva non sarebbe altro che una sorta di dialetto dell’isteria.
L’isterica cerca il suo desiderio nel desiderio dell’Altro, ossia nel desiderio che suppone all’Altro in quanto tale. L’ossessivo invece entra nel circuito del desiderio evitando l’alterità a cui apre la domanda d’amore.
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La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.