Essere figli è la condizione degli esseri umani, nessuno di noi può evitare di essere figlio, ossia nessuno di noi è padrone delle proprie origini. La vita del figlio prende origine dall’Altro. “Portiamo su di noi la scrittura dell’Altro senza mai poterla leggere chiaramente, né decifrare compiutamente” (Recalcati M., Il segreto del figlio. Da Edipo al figlio ritrovato, Feltrinelli, Milano 2017, p. 32).
La storia di ciascuno di noi è caratterizzata dalla ripetizione di modelli passati che abbiamo appreso in un’epoca precoce della nostra vita: è questa la versione dell’inconscio inteso come ripetizione dei modelli operativi interni.
La psicoterapia si focalizza sulla ripetizione dell’inconscio per aprire la possibilità di un nuovo corso della storia soggettiva. Il fine di una cura psicoanalitica consiste infatti nell’introduzione di uno iato tra le generazioni, per permettere al soggetto di dare un nuovo destino al marchio lasciato dalla relazione di attaccamento con l’Altro.
In un tempo dove l’autorità simbolica della funzione paterna sembra irreversibilmente tramontata siamo sempre più confrontati con una trasformazione dello scambio intergenerazionale. Secondo Recalcati le nuove generazioni assomigliano alla figura di Telemaco perché invocano la presenza di padri-testimoni, testimonianze paterne che sappiano mostrare l’annodamento singolare tra Legge e desiderio.
Nello sviluppo della capacità riflessiva il bambino integra la modalità dell’equivalenza psichica e quella del far finta. Nella modalità dell’equivalenza psichica il bambino non sente un confine netto tra fantasia e realtà.
L'amore non è fatto soltanto da sensazioni, emozioni e sentimento. La consistenza dell'amore è data anche dai segni d'amore che provano a trasmettere ciò che è impossibile comunicare.
Il compito principale della famiglia è quello di trasmettere l'apertura verso l'esperienza del desiderio. Nel rapporto tra genitori e figli il desiderio è un ingrediente fondamentale per costruire una trama intergenerazionale.
Il desiderio è una vocazione e la Legge è una sintassi che vincola la vocazione a trovare una forma. Sintassi vuol dire organizzazione di elementi che segue una successione temporale, cioè un tempo che non può essere schiacciato sull’istante.
Nel lavoro clinico osserviamo sempre più delle situazioni familiari caratterizzate da dinamiche relazionali confusive. In modo sempre più frequente mi ritrovo ad ascoltare storie familiari dove il primo tempo della cura consiste nel dare trama a ciò che non fa trama.
In questo spunto presento una breve panoramica sul tema della relazione e della separazione nella costituzione del Sé attraversando il pensiero di alcuni importanti psicoanalisti del dopo Freud.
La singolarità dell'esistenza di ciascuno di noi si esprime attraverso il modo in cui viviamo il tempo. Potremmo dire che un soggetto esprime la sua singolarità in base al modo in cui il tempo vincola la sua esistenza.
L'amore di coppia è uno dei modi per far esistere la funzione paterna nella vita familiare. Per cogliere questa possibilità è importante però accorgersi della differenza tra figura paterna e funzione paterna.
In questo breve spunto propongo una rapida panoramica sulle teorie di Kohut, Kernberg, Stern, Mitchell e Lyons-Ruth. Nell’approccio teorico di questi autori la relazione con l’Altro risulta fondamentale per poter comprendere gli inciampi psicopatologici che possono compromettere la costituzione del Sé.
Il libro a sinistra è un'interessante introduzione ai processi neurocognitivi sottesi alla nostra esperienza della lettura.