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La relazione con l’altro richiede di lasciare da parte la necessità fallica di controllo di ciò che sfugge e disorienta.

Vivere l'amore con l'anima sulle labbra

Una volta ho sentito dire ad Aldo Becce, psicoanalista argentino-triestino, che possiamo affrontare alcuni problemi di coppia pensando al ballo del tango. Nel tango i ballerini possono inciampare  ma se cercano subito di addossare la colpa all’altro allora il ballo si ferma. Se invece fanno prevalere il desiderio di voler ballare quel momento di inciampo diventa l’occasione per inventare insieme un nuovo passo, un nuovo modo per ritrovare il ritmo del desiderio grazie alla relazione con l’Altro.
 

Il ballo può continuare se invece di difendere le ragioni dell’Io si fa prevalere il movimento relazionale.

Indice

Educare alla relazione 

“Con l’anima sulle labbra” è un frammento dell’Antologia di Spoon River che sintetizza l’atteggiamento migliore per parlare ai giovani dell’amore. Il desiderio dell’educatore è il vero elemento differenziale di ogni programma educativo su affettività e sessualità.

OItre ai contenuti e alle questioni metodologiche ciò che fa veramente la differenza è la posizione etica dell’educatore. L’educazione affettiva avviene in un campo relazionale che condiziona notevolmente la direzione verso cui le ragazze e i ragazzi possono essere orientati.

Diventa fondamentale poter trasmettere ai giovani la passione per la relazione con l’Altro senza trasformarsi però in un Altro che favorisce, e implicitamente impone, la propria prospettiva.

Bisogna rivolgersi ai giovani con l’anima sulle labbra per risvegliare in loro il desiderio di trovare il proprio modo singolare per stare nella relazione con l’Altro.

In un’epoca dove i legami sociali sembrano diventare soltanto liquidi e virtuali l’educazione affettiva e sessuale può svolgere una funzione civile molto importante.

L’educazione affettiva costruisce i presupposti per la capacità di vivere l’amore e gustarsi la possibilità di essere generativi insieme agli altri.

I presupposti relazionali consentono a ogni eventuale tecnica educativa di intervenire sulle dimensioni veramente trasformative per la vita affettiva e sessuale.

Gli inciampi delle relazioni amorose o fenomeni molto gravi come la violenza di genere mostrano in statu detrahendi quelle costanti antropologiche necessarie per un rapporto generativo tra soggetto e Altro.

Il contributo della psicoanalisi all’educazione consiste nell’illustrare le dinamiche inconsce che entrano in gioco nell’annodamento tra emozioni, affetti, sessualità e amore.

Emozioni, affetti, sessualità e amore sono quattro esperienze differenti ma intimamente legate tra loro.

Il legame tra emozioni, affetti, sessualità e amore non va mai dato per scontato, senza l’educazione e l’incontro con l’Altro queste esperienze potrebbero non intrecciarsi mai.

Come diceva la pediatra e psicoanalista Françoise Dolto l’educazione è un processo di umanizzazione della vita.

Per qualche spunto in più guarda questo video su Immagine, Altro e Mistero: tre dinamiche affettive nell'educazione alla relazione:


 

Le donne e la violenza degli uomini

Jacques Lacan ci ricorda che un uomo quando incontra una donna incontra la propria ora di verità. L’amore decompleta la nostra identità immaginaria, fa sì che l’incontro con l’Altro trovi il suo senso non nel “mi piace” che gratifica il nostro narcisismo.
 
Per qualche spunto in più guarda questo video sulle trappole del narcisismo in amore:


 
Nella violenza contro una donna un uomo mostra la sua intolleranza verso la crepa che la donna introduce nella sua identità maschile.
 
Nei soggetti che ricorrono alla violenza l’identità maschile è caratterizzata da un ancoraggio rigido a una logica cosiddetta “fallica”.

Dobbiamo collocare la logica fallica sul piano del ruolo di genere e non su quello dell’identità di genere.

Come diceva Lacan, “non c’è La donna, con l’articolo definito per designare l’universale”.

Non esiste la categoria universale di donna, le donne vanno considerate una per una, la logica della femminilità è una logica della singolarità. Ed è proprio a questo tipo di logica che si oppone la logica fallica.

La logica fallica fa emergere l’esigenza di padronanza e controllo di un soggetto sull’alterità, su ciò che si presenta come estraneo e sconosciuto.

Questa esigenza di padronanza si traduce poi con un’interpretazione della vita come performance, come performance finalizzata a dimostrare l’esaustività del proprio funzionamento fallico:

non devono esserci residui che possano rimandare a un resto inassimilabile, a qualcosa che sfugge alla comprensione o al dominio.

L’amore è in contrasto con la logica fallica, la verità che si incontra nell’amore mette in luce che non possiamo essere padroni se vogliamo entrare davvero in relazione con l’altro.

La relazione con l’altro richiede di lasciare da parte la necessità fallica di controllo di ciò che sfugge e disorienta.

La violenza di certi uomini viene scatenata quando la singolarità di una donna sfugge alla padronanza fallica, quando l’alterità della donna mette l’uomo in contatto con quella esperienza di sé che lo riporta alla sua stessa singolarità.

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Per qualche spunto in più guarda questo video sull'amore dal fantasma all'invenzione:


 
 
Per approfondimenti su questi temi, tra i libri più recenti di Nicolò Terminio, si rimanda a:
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Psicoterapeuta Torino
Nicolò Terminio, psicoterapeuta e dottore di ricerca, lavora come psicoanalista a Torino.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.
I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.

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