In ambito clinico possiamo utilizzare l’Intervista clinica generazionale per sondare l’incidenza dei mandati familiari e delle lealtà invisibili che ogni partner ha interiorizzato dalla propria famiglia d’origine (cfr. V. Cigoli, G. Tamanza, L’Intervista clinica generazionale, pref. di C. Pontalti, Cortina, Milano 2009).
Tra le domande dell’Intervista si fa esplicito riferimento alle scene e alle modalità relazionali che ciascun soggetto ha appreso nella propria vita familiare e viene chiesto appunto quanto queste scene abbiano influenzato il modo di affrontare i momenti critici della propria vita di coppia.
I bambini osservando il legame dei genitori interiorizzano, anche inconsapevolmente, un modello relazionale che li orienterà poi, una volta giovani o adulti, nella costruzione dei propri legami affetti e sentimentali.
Il modo in cui i nostri genitori si sono amati dà un’impronta al nostro modo di amare.
La scommessa di una cura psicoanalitica è quella di trasformare questa impronta quando essa diventa troppo rigida e ripetitiva tanto da non lasciare spazio all’effettivo incontro con l’alterità.
La generatività di coppia
L’Intervista clinica generazionale è stata elaborata come ausilio metodologico per lo studio della generatività della coppia che viene esplorata seguendo tre assi:
- asse delle origini
- asse del patto di coppia
- asse della genitorialità
Sull’asse delle origini l’attenzione viene riportata alla storia familiare di ciascuno dei due genitori e viene chiesto di ripensare ai momenti importanti della vita familiare, riflettendo in particolar modo sulle “regole d’oro” che scandivano i rapporti interni ed esterni della famiglia.
Viene inoltre prestato uno specifico interesse al tema della testimonianza delle proprie figure genitoriali e a come i rapporti familiari abbiano condizionato il loro incontro di coppia.
La costituzione della coppia sollecita infatti una rivisitazione singolare dove ciascun partner riformula e riprende le “regole d’oro” che gli sono state trasmesse durante la propria storia familiare.
Il legame di coppia è il crocevia dove si incontrano le generazioni e dove si apre la possibilità per rinnovare la trama delle relazioni familiari.
Nell’ambito del legame i due partner devono anche rapportarsi con la differenza testimoniata dalla storia familiare dell’altro. Il desiderio dell’Altro diventa allora progetto esistenziale non solo nell’attrazione erotica e nel “prendersi cura” dell’altro, ma anche nell’accoglienza e nel confronto con la specificità dell’altra storia familiare.
L’invenzione della coppia implica un movimento generale di reciprocità che coinvolge le varie sfere della vita dell’altro. È in tal senso che può compiersi il riconoscimento delle differenze, facendone elemento di legittimazione e di mantenimento del legame.
L’asse della coppia viene messo a fuoco osservando le modalità d’incontro dei partner, riprendendo i ricordi relativi alle fasi iniziali della costituzione della coppia.
Nella narrazione prendono corpo i pensieri e le motivazioni che accompagnavano il desiderio e la scelta del partner. Allo stesso tempo l’analisi si concentra anche sulle scoperte inattese prodotte dal legame.
L’incontro con l’inatteso e l’imprevisto è parte costitutiva della relazione di coppia e concorre a costruire quello sguardo sul passato che dona significato ai momenti trascorsi insieme, su ciò che è rimasto uguale e su ciò che è cambiato.
Nella narrazione degli inizi, la coppia ha l’occasione di riflettere sui passaggi relazionali che eventualmente hanno scandito il cammino verso la genitorialità, quel salto di posizione che si aggiunge a quello già avvenuto nella formazione della coppia.
Si tratta di attuare un nuovo equilibrio relazionale dentro e fuori la coppia: il passaggio alla posizione di genitore stabilisce infatti il completamento del passaggio generazionale.
Il passaggio alla genitorialità richiede un profondo spostamento della propria posizione rispetto ai genitori. Come sottolineano Cigoli e Tamanza: “diventare genitori ci consente di metterci dalla parte dei nostri stessi genitori, ci consente di vedere la persona del genitore al di là del ruolo che ai nostri occhi ha ricoperto” (ivi, p. 79).