
La scuola e il cervello playboy
Sappiamo che nei libri di Daniel Pennac l’attenzione viene puntata sul piacere e il desiderio della lettura [cfr. Come un romanzo (1992) e Diario di scuola (2007)]. Nel libro La scuola raccontata al mio cane (2004) di Paola Mastrocola possiamo invece cogliere delle annotazioni che ci dicono quanto sia importante il senso del dovere. La Mastrocola è contraria a «un eccesso di pennacchismo» che oggi sembra attraversare la scuola, inducendo una prevalenza del piacere sul dovere di leggere.
Pennac ci fa comunque capire che il vero apprendimento passa per il ritrovamento del proprio soddisfacimento nell’attività di studio.
Si tratta di un piacere che non è solo piacere, perché in realtà richiede anche momenti di studio e applicazione.
Un’applicazione che, sebbene rischi di soffocare la cosiddetta libera espressione, si fa garante della possibilità di scoprirsi presenti in prima persona nelle cose che si fanno.
La riflessione della Mastrocola ci permette di evidenziare come ciò possa accadere solo attraverso un rapporto virtuoso con il limite che non deve configurarsi come un’imposizione fine a se stessa, ma deve essere finalizzato a circoscrivere un percorso simbolico che dia una bussola al proprio soddisfacimento.
Nelle indicazioni di Paola Mastrocola viene evidenziato più da vicino in che modo il piacere di cui parla Pennac dipenda da un vincolo, dall’applicazione e dallo studio.
E la scuola rappresenterebbe appunto il luogo dove poter elaborare il proprio particolare modo di mettere in relazione desiderio e dovere, creatività e impegno.
Nel periodo storico che viviamo osserviamo però una trasformazione del senso di questo messaggio. Oggi infatti il legame tra il desiderio del soggetto e il campo dell’Altro è sempre più labile, la scuola fa fatica ad essere il luogo dove il soggetto possa trovare, attraverso il viaggio nel sapere, l’occasione per darsi un fondamento nel proprio desiderio.
Nel periodo storico che viviamo osserviamo però una trasformazione del senso di questo messaggio. Oggi infatti il legame tra il desiderio del soggetto e il campo dell’Altro è sempre più labile, la scuola fa fatica ad essere il luogo dove il soggetto possa trovare, attraverso il viaggio nel sapere, l’occasione per darsi un fondamento nel proprio desiderio.
La scuola diventa piuttosto un luogo dove viene innanzitutto promosso l’adattamento alla realtà e ai tempi moderni. Paola Mastrocola sottolinea che oggi la scuola si trova a competere con una società dove il modello vincente viene rappresentato da un cervello playboy, capace di navigare tra diversi input e diverse informazioni, che necessariamente non possono che essere superficiali.
Il tempo della lettura e dello studio non viene più concepito come funzionale allo sviluppo delle competenze adatte per vivere nell’epoca contemporanea. In effetti studiare «vuol dire applicarsi con zelo, passione e costanza a una certa cosa» [Mastrocola, La scuola raccontata al mio cane, p. 158] si tratta di un modo di rivolgersi alla realtà che risulta inattuale perché quello che viene richiesto oggi è di essere dinamici e flessibili, estremamente adattabili come il software di un computer.
Il tempo della lettura e dello studio non viene più concepito come funzionale allo sviluppo delle competenze adatte per vivere nell’epoca contemporanea. In effetti studiare «vuol dire applicarsi con zelo, passione e costanza a una certa cosa» [Mastrocola, La scuola raccontata al mio cane, p. 158] si tratta di un modo di rivolgersi alla realtà che risulta inattuale perché quello che viene richiesto oggi è di essere dinamici e flessibili, estremamente adattabili come il software di un computer.
Per qualche spunto in più sulla rivoluzione digitale si veda questo dialogo con Dario D'Elia su Giornalismo e tecnologia:
Per qualche spunto in più sulla trasmissione del sapere si veda questo dialogo con Roberto Presilla su La posizione socratica:
Nicolò Terminio, psicoterapeuta e dottore di ricerca, lavora come psicoanalista a Torino.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.