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Il terapeuta stimola il paziente nella ricerca del suo modo di intrecciare fiducia e apertura verso ciò che attende di essere vissuto.

Alleanza terapeutica ed esperienza dell'abbandonarsi

L'alleanza terapeutica è un movimento che inizia già nella prima seduta e che si sviluppa grazie alla presenza di un Altro terapeutico che infonde la fiducia sufficiente (e anche l’entusiasmo) per un confronto meno problematico con ciò da cui il paziente si difende

Se riprendiamo l’esempio dell’uomo sul canotto, possiamo dire che nel movimento dalla resistenza alla libertà il terapeuta non è soltanto l’Altro che infonde fiducia ma è anche il sembiante di quella dimensione enigmatica e sconosciuta che il paziente vorrebbe evitare. È in questa doppia veste che il terapeuta può stimolare il paziente nella ricerca del suo modo di intrecciare fiducia e apertura verso ciò che attende di essere ancora vissuto.

 

L'alleanza terapeutica

Se per alleanza terapeutica intendiamo l’intreccio tra relazione, compiti e obiettivi allora possiamo concepire la relazione tra paziente e terapeuta come la costruzione di una fiducia intersoggettiva che per maturare deve attraversare anche momenti di sfiducia.
 
Ci sono momenti in cui la sintonia tra paziente e terapeuta viene persa perché proprio nella relazione terapeutica il paziente fa esperienza di quella dimensione perturbante per cui chiedeva protezione all’Altro.
 
In quel frangente delicato il compito del terapeuta è quello di saper dosare la rassicurazione e l’esortazione verso la partenza per un nuovo viaggio.

 

Lasciarsi andare, diventare sé stessi

Durante una cura il paziente chiede aiuto per uscire dalla nevrosi ma allo stesso tempo rimprovera il terapeuta per averlo esposto al mare aperto.
 
In questi momenti il compito del paziente sarà quello di assumersi progressivamente la responsabilità del proprio lasciarsi andare.
 
Come dice Emmanuel Ghent, l’abbandonarsi non ha bisogno di un guru e allora l’obiettivo finale della cura sarà quello di scoprire che nell’abbandonarsi c’è la motivazione principale per diventare sé stessi.
 

 

Per qualche spunto in più sulla relazione psicoterapeutica si veda questo video sul transfert come romanzo e come lettera.

 

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Nicolò Terminio, psicoterapeuta e dottore di ricerca, lavora come psicoanalista a Torino.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.
I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.

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