
L’analista si fa sembiante dell’oggetto a
L'oggetto piccolo a può essere meglio raffigurato pensando a un vuoto anziché a qualcosa di pieno. Non va allo stesso tempo inteso neanche come un vuoto da riempire, l'oggetto piccolo a è piuttosto quel vuoto attorno a cui il godimento pulsionale fa il suo giro.
Nel transfert il desiderio dell’analista non implica soltanto il passaggio dal Reale al Simbolico. Il desiderio dell’analista introduce anche la dimensione pulsionale dell’inconscio nello scorrere della catena significante.
La presenza dell’analista deve mostrare quell’aspetto di interferenza che si insinua nell’autómaton significante per via della tuché del reale. L’analista deve cioè assumere le sembianze di quella parte non simbolizzata che viene indicata dal concetto di godimento.
L’analista deve anche mostrare il significante a partire dall’esperienza del godimento.
Nella relazione transferale l’analista è in seduta anche per presentificare l’inciampo del sapere testuale (l’oggetto a) e per mettere l’analizzante al lavoro su un sapere che ha come referente quella stessa dimensione pulsionale che separa il soggetto da ogni identificazione ai significanti dell’Altro.
Ecco ritornare ancora una volta nel transfert la tuché dell’inconscio, la dimensione Reale dell’inconscio che si presenta innanzitutto come un inciampo della catena significante o come un incontro dal valore traumatico.
La riduzione al reale a cui punta l’intervento dell’analista mette quindi in luce il significante padrone (S1) come significante del trauma.
Per qualche spunto in più guarda questo video sul transfert come romanzo e come lettera:
Nicolò Terminio, psicoterapeuta e dottore di ricerca, lavora come psicoanalista a Torino.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.