Dissociazione ed estasi mistica
La dissociazione e l’estasi mistica sono due esperienze in cui avviene una estraneazione dalla coscienza abituale di sé stessi. In entrambi i casi il soggetto fa esperienza di un distacco dal proprio Io cosciente.
Nella dissociazione questo distacco produce una smaterializzazione del proprio vissuto corporeo, uno smarrimento della propria verità soggettiva e una frammentazione del Sé che nei casi più gravi può sfociare in un disturbo dissociativo dell'identità, rendendo impossibile ogni incontro con l’Altro.
Nell’estasi mistica, a differenza della dissociazione, avviene invece una forma di distacco dall’Io cosciente che conduce il soggetto verso un’esperienza profondamente incarnata in cui il corpo diventa il luogo di rivelazione dello Spirito. In questo caso il soggetto sente di scoprire la propria verità: la verità che si rivela non è però un messaggio ma un incontro con l’alterità. È a partire da questo incontro che ogni successiva enunciazione del soggetto verrà convertita in un’apertura verso l’Altro e non sarà più solo un discorso dell’Io.
Qual è il fattore che può far virare il distacco dal proprio Io verso la smaterializzazione dello Spirito o verso la rivelazione incarnata dello Spirito?
Dal punto di vista psicopatologico la differenza viene sancita dalla possibilità o dall’impossibilità per il soggetto di compiere un atto di fiducia nell’incontro con l’alterità.
Nella dissociazione osserviamo infatti una serie di fenomeni soggettivi che mostrano un disturbo della fiducia, nell’estasi mistica invece avviene un totale affidamento del soggetto all’esperienza dell’incontro.
La dissociazione scaturisce quindi dall’impossibilità di fidarsi dell’Altro, mentre l’esperienza mistica può accadere solo a partire da un atto di fiducia.
È in questo snodo tra disturbo della fiducia e atto di fiducia che si gioca la libertà del soggetto. Una libertà che non va però intesa come un atto o un esercizio dell’Io cosciente, la libertà che entra in gioco in questo snodo costitutivo dell’apertura del soggetto verso l’Altro è condizionata da tutte le tracce relazionali che si sono depositate nell’inconscio del soggetto. Ecco perché il discorso della psicoanalisi può dire qualcosa a proposito del rapporto tra corpo, verità e Spirito.
Esiste un condizionamento inconscio che prefigura le possibilità del soggetto di aprirsi o meno, con fiducia, all’incontro con l’alterità.
Le parole che vengono dette durante un percorso psicoanalitico sono finalizzate a setacciare e a trasformare tutti quei condizionamenti inconsci che impediscono di compiere un atto di fiducia.
La cura psicoanalitica è una zattera che conduce dalla riva del disturbo della fiducia alla riva in cui può avvenire l’atto di fiducia del soggetto verso l’esperienza dell’incontro. Bisogna scendere dalla zattera per approdare nel luogo dell’incontro, lì dove corpo, verità e Spirito possono trovare il momento della loro materializzazione.