Fantasma inconscio e conoscenza dell’Altro
Il fantasma inconscio condiziona il giudizio che possiamo formulare su una situazione di cui veniamo a conoscenza. È un processo psicologico inevitabile, bisogna però precisare che il nostro giudizio può aspirare a diversi gradi di accuratezza.
RICONOSCIMENTO. Da un punto di vista esterno siamo portati a riconoscere in modo quasi automatico la forma di un’esperienza e ciò vale soprattutto per quelle esperienze che per consuetudine o formazione siamo stati educati a intercettare.
Si tratta del processo psicologico del riconoscimento che entra in azione quando distinguiamo la forma delle lettere dell’alfabeto o la struttura relazionale di una coppia.
A questo livello di conoscenza, che potrebbe andare dal riconoscimento delle differenze cromatiche fino alla formulazione di una diagnosi descrittiva, rimaniamo comunque di fronte ai fenomeni che osserviamo.
ABDUZIONE. Quando passiamo a un livello di conoscenza più profondo il riconoscimento delle forme dell’esperienza lascia il posto a una conoscenza che è basata sulla logica dell’inferenza abduttiva.
È un tipo di inferenza che si basa sulla ricognizione di un possibile collegamento tra eventi che non si presentano immediatamente collegati tra loro. È la logica del “paradigma indiziario” che seguono tanto gli investigatori quanto gli scienziati nelle loro scoperte [cfr. Eco U., Sebeok T.A. (a cura), Il segno dei tre. Holmes, Dupin, Peirce, Bompiani, Milano 2000 (1ªed. it. 1983)].
FANTASMA. L’abduzione è anche la logica che chiama in causa il nostro fantasma inconscio laddove la nostra conoscenza dell’Altro incontra dei vuoti di sapere.
Il fantasma inconscio ci porta a riempire i vuoti di conoscenza dell’alterità e della complessità dell’Altro attingendo a un bacino di emozioni, sentimenti e convinzioni che riflettono più la nostra personalità che la personalità dell’Altro.
In questi casi i nostri giudizi dicono più di noi che degli altri che giudichiamo.
Quando facciamo delle ipotesi sulla connessione degli eventi o sulle intenzioni delle persone il confine che separa la logica abduttiva dall’attivazione del nostro fantasma inconscio diventa molto sottile.
È una questione epistemologica molto dibattuta in ambito psicoanalitico perché mette in risalto tutti i limiti dell’empatia o delle reazioni emotive del clinico nei confronti della sofferenza dei soggetti che incontra.
Si può capire allora perché attenersi a una sospensione del giudizio voglia dire innanzitutto sospendere il pregiudizio.
Senza schemi preformati, dal nostro fantasma inconscio o dalla nostra cultura di riferimento, non potremmo muoverci agevolmente nella realtà e nelle relazioni, però è importante tener presente tutti i limiti conoscitivi che possono derivare da alcune nostre questioni emotive o relazionali rimaste irrisolte.
Di solito si tratta di questioni che vengono sollecitate dal confronto ravvicinato con le questioni insolute degli altri.
E questo viene ancor di più amplificato nelle situazioni in cui gli altri ci chiedono aiuto per risolvere questioni dove bisogna considerare la singolarità del caso.
Per qualche spunto in più guarda questo video su fantasma e desiderio dell'analista.