
Il vuoto tra parola e silenzio
Nella mia pratica clinica trovo frequentemente la necessità di un trattamento preliminare dei sintomi affinché possano diventare messaggeri della verità dell’inconscio.
La classica nevrosi freudiana non è molto frequente e quando la si incontra si configura più come un risultato della cura che come un dato di partenza.
Indice
Clinica del vuoto
Pensando alla mia esperienza (anche come supervisore in diversi servizi di cura) direi che questa è l’epoca della “clinica del vuoto” di cui parla Recalcati.
La psicopatologia del presente pone ai clinici e a tutti gli operatori la sfida di trasformare l’agito in pensato, la sfiducia e la diffidenza nella possibilità di aprirsi e affidarsi innanzitutto alla dimensione della parola, una parola che sappia diventare però occasione di legame con l’Altro.
Le forme più gravi di psicopatologia che affronto manifestano l’eclissi dell’Altro e sono espressione di vissuti traumatici che generano a loro volta un funzionamento dissociativo.
Il vuoto della clinica contemporanea va attraversato creando innanzitutto delle connessioni, delle trame per metabolizzare i traumi, delle relazioni accoglienti per ristabilire un clima di sicurezza, suoni e simboli per restituire alla vita il silenzio del trauma.
Per qualche spunto in più guarda questo video su clinica del vuoto e trattamento della famiglia: