
Interpretazione e significante
Gli elementi da individuare per l’interpretazione sono già nelle parole del paziente. Il discorso dell’analizzante rivela una organizzazione che mostra la funzione dei singoli elementi.
L’ascolto e l’intervento sui significanti dell’analizzante dovrebbe essere inteso come “la pratica di un testo significante […]. Non si tratta, cioè, di concepire l’attività dell’analista come un’attività di smascheramento, perché la verità non abita dietro le parole ma si manifesta attraverso le parole. La lettera manifesta, e non nasconde, l’enunciazione del soggetto” (M. Recalcati, La cura e la parola. Pratiche cliniche del colloquio, p. 17).
Indice
Il testo dell'analizzante
In ambito lacaniano l’inconscio non è un contenuto sottostante il discorso cosciente. L’inconscio coincide con la struttura dei significanti, con le incrinature e gli inciampi della catena significante.
“L’intervento dell’analista deve limitarsi al testo dell’analizzante. […] L’intervento dell’analista deve consistere sempre nell’andare nella direzione di ciò che è in gioco nel simbolico, cioè il desiderio in quanto è distinto dagli abbagli immaginari dell’oggetto, il desiderio che è radicato nel vuoto, un desiderio di niente o, come dirà più tardi Lacan, un desiderio metonimico, cioè un desiderio sempre di qualcos’altro” (A. Zenoni, I paradigmi del transfert, «La Psicoanalisi», n. 35, 2004, p. 247).
Per qualche spunto in più guarda questo video su metafora e metonimia: