
Psicosi sintetiche e tossicomania: doppia diagnosi?
Un giorno nella comunità terapeutica dove lavoravo, mentre stavo completando il pranzo, un paziente, un uomo sulla cinquantina, si avvicinò al mio tavolo perché mi voleva parlare. Prima di aprire il discorso volle in qualche modo rassicurarmi dicendo che sarebbe stato “sintetico”. In quel momento un altro paziente, un ragazzo di vent’anni, che si trovava non molto distante da noi aggiunse, quasi esultando e ridendo un po’, che anche lui era “sintetico”.
In questo episodio dove si scherza sulla diversa accezione del termine “sintetico” è condensata una profonda trasformazione che riguarda le nuove forme di tossicomania. Per illuminare questo cambiamento che ormai osservano tutti gli operatori che lavorano nel campo delle dipendenze patologiche possiamo riferirci al libro sulle psicosi sintetiche curato da Gilberto Di Petta e Danilo Tittarelli (2016).
Indice
Nuove tossicomanie
Il libro curato da Di Petta e Tittarelli si intitola Le psicosi sintetiche. Il contributo della psicopatologia fenomenologica italiana alle psicosi indotte da sostanze (ed. Fioriti, Roma 2016). È una raccolta di saggi che si configura come una guida per incontrare molti di quei pazienti che danno corpo alle nuove forme di tossicomania.Questi pazienti sono dei nuovi “psiconauti” che presentano una sintomatologia che non è classicamente psicotica né esclusivamente tossicomanica.
non è possibile immaginare la sovrapposizione di due disturbi, ossia che alla psicosi si affianchi o si aggiunga la tossicomania.