Il disturbo da gioco d'azzardo patologico
Il gioco d’azzardo patologico (GAP) è una dipendenza patologica molto grave sebbene non contempli l'abuso di sostanze.
Il GAP è molto subdolo, infatti quando guardiamo una persona non ci accorgiamo facilmente se è un giocatore d'azzardo come avverrebbe invece se fosse un alcolista o un tossicodipendente perché nelle dipendenze da sostanze psicoattive il corpo a un certo punto fa trasparire anche agli altri quella verità che si cela dietro le false apparenze.
Il GAP non è un disturbo monolitico né con una sola faccia. Il GAP è un disturbo poliedrico che mostra tutta la complessità delle dipendenze patologiche contemporanee e racchiude in sé diverse questioni di ordine bio-psico-sociale.
Indice
Le risonanze patologiche dell'azzardo
In letteratura gli studi e le ricerche cliniche affrontano il problema da molteplici livelli d’analisi, contemplando di volta in volta vertici di osservazione di tipo neurobiologico, cognitivo-comportamentali, sistemico-relazionali, nonché sociali e legali [Cfr. The Italian Journal on Addiction, Numero monografico su “Il gioco d’azzardo patologico in Italia”, 2012, vol. 2, n. 3-4; R.F. Leeman, M.N. Potenza, “Similarities and differences between pathological gambling and substance use disorders: a focus on impulsivity and compulsivity”, Psychopharmacology (Berl), 2012, vol. 219, n. 2, pp. 469-490; L. Grosso, F. Rascazzo (a cura), Atlante delle dipendenze, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2014].
Il gioco d'azzardo patologico è una problematica clinica e sociale che ha attirato grande attenzione da parte dei servizi di cura e di alcune voci sensibili della società. Il GAP appare infatti come un disturbo in grado di suscitare forti risonanze emotive e una notevole angoscia.
Attualmente il GAP è stato collocato dall’American Psychiatric Association (nel DSM-5) nell’ambito dei disturbi da abuso di sostanze [Cfr. American Psychiatric Association (2013), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. DSM-5, ed. it. a cura di M. Biondi, Cortina, Milano 2014]. Questa categorizzazione nosografica è frutto degli approfondimenti clinici e di ricerca che sono stati compiuti negli ultimi anni.
Il GAP si configura come una dipendenza patologica che sebbene non contempli la presenza di sostanze, comporta l’attivazione degli stessi meccanismi neurofunzionali implicati nei sistemi di ricompensa.
Inoltre, bisogna considerare la notevole probabilità che il GAP si accompagni ad altre dipendenze patologiche o disturbi psichiatrici. In altri casi ancora, il GAP diventa una sorgente da cui si irradiano molte problematiche sociali e legali (debiti, nonché reati penali).
Azzardo e psicopatologia in comunità
Avevamo osservato questa fenomenologia clinica anche con l’équipe della comunità terapeutica “Il Ponte” di Aosta, dove alcuni anni fa avevamo accolto anche dei pazienti GAP.
Tutti i giocatori d’azzardo patologici che abbiamo incontrato mostravano una comorbilità con altre forme di dipendenza.
Probabilmente questo dato vale per tutti quei pazienti che a causa di una loro elevata compromissione psicopatologica non possono essere trattati soltanto a livello ambulatoriale.
I pazienti GAP che accedono in comunità non sono solo pazienti GAP, ma manifestano problematiche più complesse. I casi che arrivano in comunità sono tra i più gravi ed è solo la disperazione che li spinge ad accettare la formula del trattamento residenziale.
I nostri pazienti GAP sono entrati da disperati perché avevano messo in gioco la loro intera esistenza: insieme al proprio denaro avevano perso tutto o quasi tutto. C’è chi aveva perso il lavoro, chi aveva dilapidato anche il denaro dei parenti e chi alla fine ha perso anche l’appoggio della famiglia.
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Per qualche spunto in più sulla cura delle dipendenze patologiche si veda questo intervento su Fenomenologia dell'uso di sostanze e dei disturbi comportamentali tipici degli adolescenti e giovani adulti:
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.