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Giulia Rakar è una profiler, ma anche qualcosa di più, infatti i suoi colleghi l'hanno soprannominata la "sensitiva".

Conoscete Giulia Rakar?

Giulia Rakar è la protagonista del thriller I segni del male di Simone Regazzoni (Rizzoli 2020). Giulia Rakar è una profiler, ma anche qualcosa di più, infatti i suoi colleghi l'hanno soprannominata la "sensitiva". Nel suo approccio sembra esserci qualcosa di ultrasensibile che rispecchia una personalità complessa e una storia avvolta dal mistero.

Fin qui c'è materiale sufficiente per immaginare un romanzo pieno di suspense e colpi scena, ma I segni del male è molto di più: è un iperomanzo che intreccia la discussione di una tesi filosofica con la narrazione di una storia che le dà corpo.

Le parole di Simone Regazzoni sono precise e vive nello scandagliare i risvolti più scabrosi dell'essere umano: i dialoghi e le azioni dei personaggi sono fusi da una voce narrante che batte il ritmo del nostro sentire. Ed è attraverso questo ritmo che iniziamo a pensare. Quasi come se fossimo chiamati a fare lo stesso tragitto di Giulia Rakar che ricostruisce sulla sua pelle tanti frammenti traumatici. È un tragitto che va dalla ferita del trauma alla feritoia di una nuova trama.

Ma, attenzione, la trama ricostruita e generata a partire dai segni del male non cancella il male, anzi paradossolmente gli dà uno strano diritto di cittadinanza nella nostra buona coscienza.

Per qualche spunto in più guarda questo video sull'essere "soggetti al Male" nella paranoia, nella psicopatia, nel borderline e nella nevrosi:


Simone Regazzoni si assume il rischio di guardare il male senza giustificarlo come esito di una patologia della psiche. La profiler Giulia Rakar cerca i segni del male ma non fa semeiotica psichiatrica. Il male viene affrontato non come esito di un fenomeno delirante che porterebbe gli umani fuori dal solco che delimita la città. No, per Regazzoni il male assoluto abita nel cuore della città come esperienza inestirpabile della cosiddetta natura umana (concetto che sarebbe da ridiscutere e aggiornare).

Gli psicopatologi di orientamento fenomenologico-dinamico dicono che la psicosi ci mostra ciò che ci rende umani proprio nel momento del suo dissolvimento. Simone Regazzoni ci dice che il male mostra ciò che ci rende umani proprio mentre distrugge la sacralità della vita umana.

Questo thriller va letto tenendo sotto traccia il libro La violenza e il sacro di René Girard. Non è una mia intuizione, è lo stesso Regazzoni ad accompagnare la nostra lettura con alcune frasi tratte dal testo di Girard.

Un'ultima osservazione. Cosa troviamo tra filosofia e narrazione? Cosa lega la discussione filosofica al battito temporale di una storia che ci avvolge e ci trasporta di pagina in pagina?

Credo di poter sostenere che questo iperomanzo è anche una riflessione clinica di grande profondità. Giulia Rakar mostra un'esistenza singolare che, sebbene sia unica e irripetibile, esprime la base comune da cui parte ogni processo di soggettivazione di un soggetto traumatizzato.

Nella mia copia cartacea ho evidenziato tutte le frasi di e su Giulia Rakar che mostrano gli effetti del trauma e le loro possibilità di trasformazione. Sono frasi che potremmo ritrovare nei manuali di psicopatologia o psicoterapia, ma nelle pagine di Regazzoni ci sembra di capirle di più, come quando le ascoltiamo in seduta nell'incontro con i pazienti.

Leggendo I segni del male capiamo bene perché Freud dicesse che gli psicoanalisti sono i cugini poveri degli artisti: gli artisti accedono all'inconscio per via diretta senza tutte le mediazioni della teoria e le faticosità di un training lungo e accidentato.

Ora, a differenza dei tempi di Freud gli artisti e gli scrittori sono ben consapevoli del contributo della psicoanalisi e non dovrebbero avere l'urgenza di inventare con le loro opere un metodo per accedere all'inconscio. Questo libro però sembra testimoniare il contrario: ogni vero autore ha bisogno della palestra della scrittura per rifare da sé il cammino verso l'inconscio. È forse questa un'altra delle tesi filosofiche che Simone Regazzoni vuole consegnarci facendoci conoscere da vicino Giulia Rakar.

Per qualche spunto in più guarda questo video sul perché si scrive:


 
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Psicoterapeuta Torino
Nicolò Terminio, psicoterapeuta e dottore di ricerca, lavora come psicoanalista a Torino.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.
I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.

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