
Base sicura, rappresentazione di Sé e relazione con l’Altro
Nel suo modello dell’interazione bipersonale Joseph Sandler sostiene che nei rapporti quotidiani il comportamento di una persona possa suscitare nella mente dell’Altro particolari rappresentazioni di ruolo. Il soggetto assumendo un ruolo all’interno della relazione evoca un atteggiamento complementare da parte dell’Altro: questo può spiegare come nella vita adulta possano essere attualizzati i pattern relazionali internalizzati durante l’infanzia.
C’è una somiglianza evidente tra lo “sfondo di sicurezza” di Sandler e il concetto di “base sicura” di Bowlby, tra le rappresentazioni di Sé e i modelli operativi interni. Sandler ritiene che l’individuo, sin dalla prima infanzia, costruisca la rappresentazione di Sé in un complesso processo di proiezione e identificazione con l’altro. Le rappresentazioni di Sé guidano il comportamento nell’esplorazione della responsività di ruolo dell’Altro al fine di assicurarsi un senso prototipico di sicurezza (Cfr. Sandler J. (1987) (a cura di), Proiezione, Identificazione, Identificazione Proiettiva, Bollati Boringhieri, Torino 1988).
Indice
Melanie Klein
Melanie Klein propone un modello in cui la psiche umana può assumere due posizioni fondamentali: la posizione schizoparanoide e quella depressiva. La posizione schizoparanoide è caratterizzata dalla “scissione” dell’oggetto in completamente buono e in estremamente cattivo.
La rappresentazione dell’oggetto, inoltre, oscilla rapidamente tra questi due poli opposti. La posizione depressiva rappresenta il raggiungimento da parte del bambino della costanza d’oggetto e soprattutto della consapevolezza della propria ambivalenza verso il genitore.
Le posizioni della Klein possono fornire una chiave di lettura per le narrative raccolte durante l’intervista sull’attaccamento adulto (AAI): la coerenza, infatti, può essere intesa come l’esito di un processo di differenziazione Sé-Altro in cui il soggetto acquisisce la capacità di avere un’immagine stabile e unitaria dell’Altro dove coesistono amore e odio, affetti piacevoli e affetti dolorosi.
La Klein concepisce il Sé del bambino come continuamente esposto agli attacchi interni della sua pulsione aggressiva. Il bambino tenta di liberarsi dalle minacce interne attraverso un meccanismo di identificazione proiettiva: il bambino suscita i suoi affetti spiacevoli nell’oggetto (proiezione) che reagendo criticamente conferma la credenza persecutoria del bambino (identificazione) (Cfr. Klein M., Scritti 1912-1958, Bollati Boringhieri, Torino 1978).
Per qualche spunto in più guarda questo video sulla sintonizzazione e traduzione materna:
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.