Il complesso di Edipo segna una tappa fondamentale nello sviluppo psichico e relazionale dell'essere umano. Il complesso di Edipo per Freud e Lacan è un passaggio simbolico che fonda la dimensione desiderante del soggetto. Nel complesso di Edipo Lacan distingue “tre tempi”, ossia tre scansioni logiche.
Una volta in un’intervista mi è capitato di dire che l’analista non va posto sullo stesso asse relazionale che lega un soggetto al padre. Certamente in una fase iniziale della cura l’analista assume le sembianze di una figura paterna, ma più si va avanti nella cura e più l’analista presentifica quella dimensione non metabolizzabile da nessuna metafora paterna.
Quando penso all’esperienza che può essere generata nella terapia online mi viene in mente l’obiettivo trasversale alle diverse forme di incontro terapeutico: far emergere l’avvenire dell’inconscio.
Come ci insegnano Di Petta e Tittarelli, la zona di scambio che ci permette di comprendere il passaggio dall’esperienza tossicomanica all’esperienza psicotica è costituita dall’esperienza dello stato crepuscolare della coscienza.
La prospettiva terapeutica che viene proposta da Di Petta e Tittarelli può essere sintetizzata da una citazione: “la vita si accosta solo con la vita” (Le psicosi sintetiche, 2016, p. 35).
Un’altra annotazione sul contributo della psicopatologia fenomenologica italiana alle psicosi indotte da sostanze riguarda la metodologia della ricerca che è stata seguita per isolare e trasmettere le caratteristiche essenziali delle psicosi sintetiche.
La questione che si pone per una pratica interpretativa che abbia come focus il Reale riguarda il seguente quesito: come deve essere la modalità di interpretazione che voglia sintonizzarsi con la pulsazione dell’inconscio?
Nel loro percorso clinico e di ricerca Gilberto Di Petta e Danilo Tittarelli hanno saputo trovare spunto e sostegno nei lavori di alcuni dei più originali esponenti della psicopatologia fenomenologica italiana. Per tale ragione hanno scelto di dischiudere le porte di un mondo culturale e clinico che attraversa la storia del Novecento.
La teoria della testimonianza di Massimo Recalcati ha segnato un cambio di paradigma nella psicoanalisi lacaniana perché ha riportato l’attenzione sul Padre-soggetto prima ancora che sul Padre-significante.
Considero i tanti orientamenti della psicoanalisi come tanti dialetti di una stessa lingua. E bisogna precisare che si tratta di una lingua che non esiste.
La fondazione di Jonas nel 2003 traduce nel campo istituzionale la nuova apertura teorica formulata da Recalcati nel libro Clinica del vuoto (2002). Si tratta di un testo che allarga l’orizzonte clinico che Recalcati aveva costruito con i suoi precedenti testi sull’anoressia-bulimia.
Il cammino psicoanalitico di Recalcati non è caratterizzato soltanto dalla formulazione di nuovi concetti. Il lavoro teorico-clinico di Recalcati mostra una vocazione intellettuale che ci consente di comprendere ancor di più il ruolo della psicoanalisi nella cultura e nella vita della città.
L’olofrase è un concetto della psicoanalisi lacaniana mutuato dalla linguistica: durante l’apprendimento del linguaggio i bambini attraversano una fase in cui utilizzano una singola parola per trasmettere il significato di una intera frase.
Per vivere il desiderio è necessario "sapersi" abbandonare. Abbandonarsi vuol dire lasciarsi andare per accedere a un'esperienza di sé in cui il soggetto entra finalmente in contatto con la propria verità. Una verità che è marchiata dalle parole e che richiede di essere vissuta in primo luogo attraverso il corpo.
Nella mia pratica professionale individuo la necessità crescente di un sapere che sappia farsi carne, che sappia diventare rilevante nell’operatività clinica senza perdere tuttavia spessore teorico e rigore scientifico. Il filo conduttore è costituito dalla necessità di garantire “a ciascuno la sua relazione”. Questa formula è valida sia per i terapeuti che per i pazienti.
Le persone che leggono, ascoltano e si lasciano toccare dalla parola di Massimo Recalcati sono interessate al suo discorso non perché parli di Lacan in modo comprensibile. Ripercorrendo l’insegnamento di Lacan Recalcati esprime sicuramente un discorso chiaro a tutti ma spinge anche ciascuno a interrogarsi sulla singolarità del proprio desiderio.
Alessitimia è un termine che indica un rapporto congelato con la vita emotiva. L'alessitimia ha una notevole importanza clinica in tutti quei sintomi psicopatologici che mettono in primo piano il corpo. L'alessitimia è stata infatti concettualizzata nell'ambito delle ricerche in psicosomatica.
Nella pratica clinica il significante del fallo può essere rintracciato in base alla struttura o al funzionamento del soggetto. Sicuramente la funzione del significante fallico non è operativa nella psicosi e nel borderline.
Perché si scrive? La domanda così formulata mette subito in risalto la questione del soggetto coinvolto nella scrittura. Se facciamo attenzione alla particella si del “si scrive” siamo condotti di fronte a un secondo interrogativo racchiuso nel primo: chi o cosa si scrive?
EMPATIA E IMMEDESIMAZIONE. Nel lavoro clinico la parola empatia va intesa come scoperta dell’Altro e non va quindi confusa con l’immedesimazione nell’altro. Nella cura del paziente borderline possiamo trovarci di fronte a un soggetto che ci chiede di essere aiutato immedesimandoci nel suo vissuto, un vissuto emotivo che diventa spesso estremamente disperato e dilagante.
In psicoanalisi, ma anche nella psicologia della creatività, si parla di insight per indicare quel momento così affascinante dove l’invenzione si confonde con l’inventore, dove ogni nuova configurazione scaturisce dalle possibilità aperte da un nuovo punto di vista.
Nel libro L'uomo senza inconscio troviamo due aspetti principali dell’opera di Massimo Recalcati. In esso il rapporto soggettivato con il testo di Lacan è strettamente intrecciato con un modo di essere psicoanalisti che è sensibile ai temi e ai problemi della contemporaneità.
Nel libro La notte del Getsemani Massimo Recalcati parte dal fatto che per la psicoanalisi e il cristianesimo il momento del dolore è un momento di verità, anche se questa verità può far compiere quell’esperienza in cui l’esistenza si sgancia da ogni possibile attribuzione di senso.
Nel complesso di Edipo il Nome del Padre funziona come una metafora perché il meccanismo della metafora sostituisce un significante con un altro significante.
Da punto di vista clinico il piano dell’agire sembra discostarsi radicalmente dal piano del dire, che invece viene privilegiato da tutti gli approcci terapeutici che puntano sulla dimensione trasformativa della parola.
Esistono delle persone cattive che godono nel fare il male agli altri.
Le persone cattive sono persone per cui non possiamo neanche scomodare una diagnosi psicopatologica di psicosi perché la cattiveria delle persone cattive non rientra nella risposta paranoica alla presunta persecuzione dell’Altro.
Sottocategorie
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.